Pemio Nazionale di Poesia e Narrativa dedicato alla Bicicletta e al suo mondo

Vincenzo Nibali per il Bicicletterario: il saluto del campione

E' soprannominato 'lo squalo dello Stretto': Vincenzo Nibali, un campione, stoffa d'altri tempi - qualcuno ha detto. Forse perché il suo modo di vivere il ciclismo ci fa pensare ai grandi nomi del passato, per i quali la semplicità era la vera forza.
E' proprio quel che ritroviamo in lui, nelle sue origini siciliane, nella sua terra, bellissima e difficile, che gli ha insegnato il sacrificio e l'umiltà. Un'eredità che porta nel cuore, e che fiorisce attraverso la sua serietà nell'impegno e una profonda attitudine al rispetto.

Lo abbiamo visto trionfare al 99° Giro D'Italia, quello del 2016, ha tagliato il traguardo di Torino alzando il braccio del compagno di squadra Michele Scarponi: un omaggio al lavoro del suo gregario e di tutti coloro che lavorano a mezzombra, ai lati della luce dei riflettori.

foto: www.toscananews24.it
Marco Pastonesi (membro della Giuria de Il Bicicletterario per la III edizione), nella sua rubrica Pane e Gazzetta (Gazzetta dello Sport) ebbe a dire di lui: "Vincenzo Nibali ce l’aveva già scritto nel nome e nel cognome. Il vince in Vincenzo, le ali in Nibali. Il futuro bisogna saperlo leggere. E la vita interpretare".

La generosità è una delle qualità essenziali di un vero campione, e Nibali la possiede: ce lo dimostra anche con il suo saluto, rivolto a Il Bicicletterario (ringraziamo per questo anche l'estrema gentilezza e disponibilità dello staff del suo team, Astana): agli autori che scriveranno per la III edizione e a noi dell'organizzazione.
Emozionati e riconoscenti, lo condividiamo con voi tutti.
Lo spirito è quello della sua terra, la Sicilia, che porta nel cuore. Sacrifici, serietà, rispetto e umiltà: ecco come nasce un campione
Lo spirito è quello della sua terra, la Sicilia, che porta nel cuore. Sacrifici, serietà, rispetto e umiltà: ecco come nasce un campione
Lo spirito è quello della sua terra, la Sicilia, che porta nel cuore. Sacrifici, serietà, rispetto e umiltà: ecco come nasce un campione

Il ciclismo è il mio mondo e la bicicletta la mia passione, da una vita. Dalle scorribande da bambino a Messina e dintorni, quando con la mia bici che mi portava ovunque assaporavo a pieno il gusto della libertà, alle emozioni delle prime corse, fino ad oggi, che è diventata la mia professione.

Per questo è un piacere poter esprimere il mio personale augurio a chi la bici la racconta e, con le parole, riesce a esprimere le emozioni che si provano pedalando. Al gruppo dei partecipanti a questo Premio Letterario va il mio incoraggiamento e anche un ringraziamento per dedicare le loro doti di scrittori al mondo del ciclismo, che per ovvie ragioni sento mio.

Tra loro ci sarà un unico vincitore*
, ma agli altri voglio dire di non arrendersi mai di fronte a una sconfitta, di lavorare piuttosto giorno per giorno con sacrificio, guardando già alla prossima occasione.

Un ringraziamento anche agli organizzatori, per aver ideato questo concorso, che spero sia riproposto per tante altre edizioni ancora.

                                                                                                                              Vincenzo Nibali
 








* (un vincitore assoluto per ogni sezione: ad essi si aggiungono gli altri premiati secondo bando, ndr)



foto: www.cyclinside.it
Vincenzo Nibali nasce il 14 novembre del 1984 a Messina. È stato il papà, Salvatore, grande appassionato di ciclismo, a indirizzare il piccolo Vincenzo verso questa disciplina. Sua madre, ancora in attesa del piccolo Vincenzo, andava alle gare in compagnia del marito, per tifare e vedere da vicino i grandi campioni, come Francesco Moser, che sarà uno dei suoi idoli.
Un destino segnato, eppure Vincenzo non sale subito su una bicicletta da corsa. Una vita sui pedali, certo, con le prime sgambettate sul triciclo, le evoluzioni in bmx e in mountain bike. Ma la bici da strada, quella arriva più tardi, così come le prime gare. A nove anni, il papà gli dipinge di rosso un vecchio telaio Pinarello e da allora, scatta la magia.
Un destino segnato, eppure Vincenzo non sale subito su una bicicletta da corsa. Una vita sui pedali, certo, con le prime sgambettate sul triciclo, le evoluzioni in bmx e in mountain bike. Ma la bici da strada, quella arriva più tardi, così come le prime gare. A nove anni, il papà gli dipinge di rosso un vecchio telaio Pinarello e da allora, scatta la magia.
Disputa la sua prima gara in assoluto al 1° anno da Esordiente, facendosi subito notare. Al traguardo è secondo, con immenso stupore di genitori e altri ragazzini, meravigliati di tale risultato ottenuto all’esordio.
Arriva poco dopo anche la prima vittoria: un successo netto, con oltre tre minuti di vantaggio sul secondo classificato. Insomma, impossibile non riconoscerne immediatamente il talento!
Negli anni successivi, nelle categorie giovanili (Allievi e Juniores) Vincenzo conferma di avere stoffa, ottenendo numerose vittorie, coronate da una medaglia di bronzo a cronometro ai Campionati del Mondo di Zolder nel 2002. 

foto: www.nanopress.it
Per crescere ciclisticamente, a malincuore lascia la sua Siciclia e si trasferisce in Toscana che diventerà sua terra d'adozione - anche se attualmente non ci vive più.
Nel 2003 ottiene ben sette vittorie, anche in corse internazionali, risultati che gli valgono la convocazione ai Campionati Europei e Mondiali, così come nell’anno successivo, quando oltre a dodici successi, si consacra agli occhi del grande pubblico durante i Mondiali di Verona, ottenendo un terzo posto a cronometro e giungendo quinto nella prova in linea. E’ in questo periodo che nasce il soprannome Squalo dello Stretto, per le sue origini, ma anche per il suo modo di correre, sempre all’attacco. 
Nel 2005 passa professionista con la maglia della Fassa Bortolo di Ferretti. Non arrivano vittorie all’esordio, ma piazzamenti che pesano...
I grandi team lo corteggiano e l’anno successivo approda in quella che fino al 2012 rimarrà la sua squadra: la Liquigas. Con i verde-blu ottiene le sue prime vittorie da professionista, al Gp Plouay e alla Settimana Coppi e Bartali dove conquista una tappa.

E' nel 2008 che oltre a far registrare successi importanti come il Giro del Trentino, dove vince anche una tappa, si mette in evidenza al Giro d’Italia, dove spiccano le sue doti da discesista e al Tour de France, valendogli la convocazione per le Olimpiadi di Pechino. Nel 2009 vince il Gp Camaiore e il Giro dell’Appennino, ma soprattutto chiude settimo al Tour de France, dando battaglia in salita a Contador e ai fratelli Schleck

foto: it.eurosport.com
Il 2010 è l’anno della consacrazione, che porta Nibali a diventare uno dei corridori considerati più forti al mondo. Che fosse una buona stagione, lo si capisce già in apertura con la conquista del Tour de San Luis.
Il Giro d’Italia non era nei suoi programmi, ma l’esclusione del compagno di squadra Pellizotti, costringe la squadra a chiamare all’ultimo Vincenzo, che in quattro e quattr’otto passa dalla granita in spiaggia ai ritmi forzati della Corsa Rosa. Eppure è così che arrivano le sorprese più belle: dopo la cronosquadre della quarta tappa, vinta dal suo team, lo Squalo dello Stretto si tinge di rosa. Sul podio di Cuneo indossa per la prima volta nella sua vita l’ambita maglia, che terrà per tre giorni, aggiudicandosi infine il terzo gradino sul podio finale.
In Spagna, Mosquera, nonostante la vittoria alla Bola del Mundo, è costretto ad arrendersi a Nibali: sarà lui il giorno successivo a vestire sul podio di Madrid la maglia rossa e a conquistare per la prima volta nella sua carriera la Vuelta.
Nel 2011 sale di nuovo sul podio del Giro: questa volta è secondo.

Nel 2012, avviene un importantissimo cambiamento: il team Astana, si fa avanti con un progetto di squadra costruita attorno a lui, con la possibilità di avere con sé i più fidi gregari e un qualificato staff a disposizione per puntare a breve termine a vincere Giro, Tour fino a traguardi sempre più ambiziosi. Nibali prende tempo e continua con impegno e serietà a gareggiare per il suo team di allora, conseguendo altri importanti successi.

Il resto è storia di oggi: tra i vari successi e piazzamenti, nel 2013 conquista il Giro d'Italia, nel 2014 il Tour de France e, pochi mesi fa, fa il bis al Giro: una Palma res invidiabile che lo pone tra gli unici 6 ciclisti al mondo che sono riusciti a vincere le tre prestigiose gare: gli altri sono Jacques Anquetil, Felice Gimondi, Eddy Merckx, Bernard Hinault e Alberto Contador. 

(fonte: vincenzonibali.it )

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