Pemio Nazionale di Poesia e Narrativa dedicato alla Bicicletta e al suo mondo

Andrea Satta chiama a raccolta i cicloscrittori: l'amore gira in bicicletta.



Lo incontrammo a settembre 2016, in quel di Coreno Ausonio (FR), in una serata di presentazione congiunta, per il suo libro "Officina Millegiri" (illustrazioni di Eleonora Antonioni, Sinnos, 2016) e per la terza edizione de Il Bicicletterario.

Pediatra apprezzato e attento, cura i bambini e lo spirito dei genitori, attraverso la sua sensibilità stimolata da una grande capacità empatica e di ascolto. E' conosciuto però nel suo ruolo di cantante e autore della band Têtes de Bois nonché come scrittore.
In tutte le sue attività, la bicicletta entra come il centro di una gravità dinamica, che attrae a sé il discorso sulla salute e l'ambiente, sull'economia - anche spicciola -, sulla musica e l'arte in generale, sulla scrittura e sul racconto. Sulla poesia e sulle favole... In una parola: sulla vita.
Narratore magnetico, riesce a trasmettere l'emozione del racconto a grandi e piccoli, a mantenere viva l'attenzione con aneddoti di vita vissuta, riferimenti storici, digressioni sportive, citazioni pregnanti: la sua voce pedala, confortante o severa, morbida o divertita, tra le storie di biciclette che ha incrociato per strada o che rimescola in visionarie invenzioni.
Il suo parlare, come il suo scrivere, ha l'immediatezza della spontaneità e la profondità della saggezza.
E' stato un grande piacere conoscerlo di persona, e ricevere da lui questo saluto, che è anche uno sprone a parlare e scrivere di amore, perché l'amore gira in bicicletta:
"La bicicletta ha un giro in versi, un tempo scandito come una battuta musicale, scrive in movimento e guarda dentro un mondo che cambia, è un cielo che si sposta, un pianeta con una sua orbita di magia.
 
Io credo che utilizzare parole inconsuete eppure semplici, fare riferimento alle mani e ai piedi, agli occhi e alla pelle, al sudore e al rumore, all’odore, vuol dire parlare d’amore.  Ecco: parliamo d’amore.
 
Buon lavoro, ciclisti poeti…"


Andrea Satta nasce e cresce in una famiglia numerosa, soprattutto di sorelle. Una delle case della sua infanzia affaccia sul deposito dei tram.

Il padre, sardo e scampato al campo di concentramento tedesco, fa il professore di francese e sceglie come sede la provincia Est di Roma, luogo dal dopoguerra in transito tra campagna e periferia. La mamma gli legge come favola della buonanotte “I promessi sposi”.

Sin da piccolo appassionato di musica, Andrea viene selezionato per partecipare allo Zecchino d’Oro, ma la sobrietà familiare fa naufragare il progetto. Ripiega dunque sulla passione per il ciclismo, ascoltando il Giro d’Italia alla radio e riproponendo la corsa in casa con dei pezzettini di carta - personalizzati con i colori delle squadre - che sposta soffiandoci sopra, e su uno studio autistico della geografia. Rimane a tutt’oggi imbattibile in sfide quali “capitali del mondo” o “provincie e capoluoghi italiani” per non parlare di “altezze di montagne” e “lunghezze di fiumi”, spesso proposte nelle lunghe trasferte dei Têtes in furgone o utilizzate come colpi di teatro nei momenti di crisi.

Nel frattempo matura una grande passione per i poeti e gli chansonnier francesi, in particolare per Leo Ferré, studia canto e si iscrive a Medicina. Durante le estati dell’Università spolvera velivoli d’epoca in Belgio e dorme in campeggi deserti sotto la pioggia inglese.

In quegli stessi anni conosce Angelo Pelini. Tra gli altri esperimenti del periodo, insieme accettano un ingaggio come duo di liscio a Capodanno e rischiano di essere lapidati dalla folla a causa della loro precaria conoscenza delle basi dell’hully gully e della differenza intrinseca tra el Tiburon e il Meneito


Nel 1992 fonda con Angelo, Carlo e Luca i Têtes de Bois e intreccia inevitabilmente le proprie vicende con quelle del gruppo.

Oltre che voce e autore dei testi della band, è ideatore e direttore artistico dei molti festival e progetti portati avanti dai Têtes in questi anni (“Stradarolo”, “Sotto il cielo di Roma e Berlino”, “Ferrovia dell’Allume”, “Avanti Pop”, “41° Parallelo”, “Festival della Bicicletta”, “Palco a Pedali” ecc.) e fa il pediatra nella periferia romana.

Poeta e scrittore, ha all’attivo due libri “I riciclisti” (Ediciclo, 2009) e “Ci sarà una volta – favole e mamme in ambulatorio” (Infinito Edizioni, 2011). E’ stato inviato al Giro d’Italia e al Tour de France per il Manifesto e L’Unità (su quest’ultima testata con il vignettista Sergio Staino) e, sempre su L’Unità, ha una rubrica settimanale, “Dio è morto”.

Ha partecipato come co-protagonista e co-sceneggiatore al film “Passannante” di Sergio Colabona, oltre che come autore delle musiche insieme ai Têtes de Bois.
 
Oltre al celebre 'palco a pedali', un set concertistico completamente alimentato dall'energia prodotta da biciclette (e dal pubblico pedalante), tra i vari progetti ci piace ricordare GoodBike: i Têtes amano e inseguono la bicicletta da sempre, sin dall’inizio delle propria avventura musicale - dai concerti fatti sulle bici dei panettieri - e, prima ancora, dall’infanzia, da quando il Giro d’Italia si ascoltava sulla radio sistemata sul tavolo di formica verde perché la tv era rotta.
Goodbike è il frutto di un lungo e approfondito percorso di indagine artistica, passato attraverso un reading musicale, uno spettacolo teatrale, un romanzo sulla bicicletta (I Riciclisti, Ediciclo), l’ideazione di un festival e naturalmente l’esplorazione della realtà e dei luoghi che ruotano intorno alla realtà della bicicletta, in tutte le sue sfumature e declinazioni possibili.
Goodbike non è solo la corsa, ma un’economia possibile e sostenibile, un modo di guardare le cose, di aggirarsi nel tessuto urbano, di amare.
La bicicletta ha la velocità del cervello, attraversa il mondo, l’assorbe e mette in memoria. La bicicletta è moderna e antica. La bicicletta è sole e acqua, profumo e puzza, sudore e ghiaccio, amore e addio, lavoro e vacanza. La bicicletta è bambini che imparano ad andare senza rotelle a caccia di un altro equilibrio dopo quello dei passi (dal sito ufficiale dei Têtes de Bois).

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