Pemio Nazionale di Poesia e Narrativa dedicato alla Bicicletta e al suo mondo

Barbara Fiorio, scrittrice, ci saluta: senza freni.

Un saluto che è già un racconto: non potevamo ricevere di meglio. Perché, in realtà, l'augurio viene dopo, magnificamente ricondotto al racconto. E' il generoso gesto di Barbara Fiorio, scrittrice brillante, gentile e simpatica. Un dono. Davvero bellissimo.


Per me, la bicicletta è stata una conquista dei sette anni. Ero in campagna dai nonni, su in Piemonte, e tutti i bambini - ma che dico, non solo i bambini: tutti in assoluto - andavano in bicicletta. A Genova non era facile vederne in giro, lì sì. E così, ho cominciato a desiderarne una anche io.
Mio nonno, ben felice della mia richiesta, mi ha portata un mattino in un negozio e me ne ha comprata una bellissima, rossa. È stato subito amore. L’ho chiamata Losna, saetta in piemontese, e l’ho portata a casa sfoggiandola piena d’orgoglio. Quello stesso giorno, un bambino, nuovo del cortile, non ricordo per quale motivo mi ha sfidata.

“Vediamo chi è più veloce” ha detto. Io, forte della totale incoscienza che si ha a quell’età, a mento alzato e voce ferma, gli ho dato appuntamento alle cinque di quel pomeriggio. Nel cortile. Sulla ghiaia. Incosciente, appunto.Ho passato l’intero pomeriggio a farmi insegnare dai miei amichetti. Ricordo il Pier Paolo che stava da una parte, Andrea dall’altra, e Monica in mezzo che mi teneva lungo il tragitto. Pedala, non ci pensare, vai dritta, arriva fin là, non fermarti, non girare, così, prova da sola, tieni le mani sul manubrio, le ruote dritte, forza. E dopo un po’, ho cominciato ad arrivare dal Pier Paolo all’Andrea, dall’Andrea al Pier Paolo, senza che Monica dovesse perdere il fiato e tenermi di lato.
Alle cinque precise, io e il bambino ci siamo incontrati nel cortile e abbiamo cominciato la gara. Lì, girando in cerchio, veloci, sempre più veloci, velocissimi.
Ho vinto io, perché quel pomeriggio si erano dimenticati di dirmi come funzionavano i freni.


Da quel giorno, per me bambina, la bicicletta è stata la prima sensazione di libertà e autonomia. Era il mio destriero, con cui potevo andare ovunque, almeno in campagna dai nonni. Oggi, con una labirintite cronicizzata, non riesco più ad andarci: sbando come un’ubriaca, rischio di falciare pedoni e aggredire paletti. Ma non dimentico quella sensazione di libertà.
A tutti i partecipanti a questa sfida auguro di scrivere parole in bicicletta, senza freni.
Buona scrittura!
Barbara Fiorio

Barbara Fiorio vive a Genova, dove è nata il 1° novembre 1968. Dopo gli studi universitari, si occupa per oltre un decennio di promozione teatrale per alcuni importanti teatri (tra cui Teatro Margherita di Genova, Teatrino di Portofino, Teatro Nazionale di Milano, Politeama Genovese) e, dopo un master in Marketing Communication allo IED, diventa per un altro decennio portavoce del presidente della Provincia di Genova, nel periodo in cui la carica è ricoperta da Alessandro Repetto.

Oggi scrive romanzi, è docente di comunicazione e tiene laboratori di scrittura creativa e di scrittura ironica. 

Il suo primo libro, C'era una svolta (Eumeswil), un saggio ironico sulle fiabe classiche, viene
pubblicato nel 2009. I suoi libri successivi sono Chanel non fa scarpette di cristallo (Castelvecchi, 2011), Buona Fortuna (Mondadori, 2013) e Qualcosa di vero (Feltrinelli, 2015).

Dal 2014 organizza e gestisce il Gruppo di Supporto Scrittori Pigri, un laboratorio online di scrittura, spin-off del Gruppo di Supporto Fotografi Pigri organizzato dalla fotografa e illustratrice Sara Lando.

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